Descrizione
Dracula è un mito moderno che si basa su storie antiche: come tutte le creature che hanno questo status, la sua realtà è fatta della materia dei sogni e riesce a cancellare senza problemi l’autore che ha consegnato il suo volto all’arte. Nello specifico Bram Stoker, scrittore irlandese attratto dal teatro e dall’horror, il quale pubblica questo capolavoro narrativo nel 1897. Non molti ricordano il suo nome; tutti, però, conoscono il vampiro, anche se non hanno letto il libro da cui la saga ha origine ma ne hanno visto versioni sullo schermo, nei fumetti o in una playstation.
All’epoca in cui pubblicò il romanzo, l’autore aveva cinquant’anni e alle spalle una serie di opere narrative di modesto successo. Con questa vicenda oscura colse nel segno, ottenendo grande risalto ma solo presso il pubblico che lo acclamò. La critica, invece, non se ne occupò molto; eppure i temi trattati nell’opera erano condivisi anche da altri autori: nello stesso anno era uscito a puntate La guerra dei mondi di H.G. Wells, in cui si narrava di malvagi invasori alieni giunti sulla Terra a caccia di sangue. Dagli anni ’50 del ’900 non si contano i testi dedicati a questa trama in rosso, da quando la cultura popolare è diventata oggetto di studio e analisi.
All’inizio dell’800, Londra era la capitale del mondo: vi si amministrava il maggiore impero del globo. Per questo era una città che nella fantasia si rivelava esposta a ogni pericolo, di rivoluzione e contagio, incluso quello immaginario dell’arrivo del vampiro. Dracula deriva da un personaggio storico: Vlad Tepes, detto “l’impalatore”, che visse alla metà del ’400 e fu Voivoda (ossia Re) delle terre di Valacchia, oggi parte della Romania. Feroce oppositore dei Turchi, si fece una reputazione in tutta Europa per la sua crudeltà e ferocia. Da questa figura e dal folklore del “nosferatu”, ossia il “Non-morto” presente nelle culture dell’Est europeo, lo scrittore partì a creare il suo mito moderno. Il vampiro (nell’origine del nome vi è anche la figura mitologica del drago) vive nel suo cupo castello arroccato su un picco irraggiungibile, dove il malcapitato apprendista avvocato Jonathan Harker giunge da Londra per regolare acquisti immobiliari nella capitale britannica dell’aristocratico committente. La sua incolumità è a rischio: senza volerlo, si trova a collaborare al progetto di invasione vampirica del suo paese, viene attaccato dalle rapaci spose dell’aristocratico malvagio e mette a repentaglio la vita. Il Conte Dracula, stanco di succhiare la vita a contadini poveri dell’Est europeo, ha in progetto di trasferirsi nel cuore dell’economia occidentale e di dominare il mondo per tramite di un esercito di schiavi. Prendendo il sangue alle persone, le trasforma in suoi esecutori: il suo volere, assoluto, si impone con l’ipnosi. Quando l’antico – ciò che è stato rimosso – giunge nei luoghi del progresso e del moderno, dove la tecnica svela ogni giorno nuove meraviglie, il risultato è fatale. Tutti i personaggi sono sconvolti da Dracula, esponente di una vecchia aristocrazia che ritiene tutto lecito: il suo profilo è identico a quello di Don Giovanni, un seduttore, un libertino, un corruttore che si macchia di delitti nefasti, un viveur notturno che dorme di giorno ma mantiene intatto il suo fascino sui personaggi che incontra. Nel romanzo, il principe delle tenebre è un aristocratico che ribadisce i suoi privilegi e che sconvolge le vite di borghesi dediti al lavoro: opera in primo luogo sui tabù diffusi, che sono poi quelli del sesso. Lucy Westenra e Mina Murray, quindi, sono i suoi bersagli naturali: due belle signorine vergini che non hanno idea del lato oscuro delle loro passioni. La società vittoriana era particolarmente repressiva: non si parlava di sesso, era l’argomento da evitare. Solo due anni prima della pubblicazione del romanzo, l’opinione pubblica britannica era andata in fibrillazione in occasione dei processi contro Oscar Wilde, segnalato come “lo scandalo” della sua epoca, intento a divulgare un vangelo decadente di eros e corruzione. Lo scrittore era stato punito aspramente con due anni di carcere duro, perché omosessuale, dopo aver subito un vero e proprio linciaggio sulla stampa.