Descrizione
Shakespeare scrisse due grandi opere.
-Otello (titolo originale The Tragedy of Othello, the Moor of Venice) è una tragedia scritta agli inizi del XVII secolo. La prima rappresentazione documentata ebbe luogo il 1º novembre 1604 al Whitehall Palace di Londra. Otello, all’epoca in cui è stato scritto, ha rivoltato il tradizionale simbolismo teatrale. Egli ha la pelle nera, colore che all’epoca simboleggiava satanismo e barbarie. Il soldato bianco, al contrario, veniva interpretato come simbolo di onestà.
-Il mercante di Venezia (The Merchant of Venice) è un’opera teatrale scritta probabilmente tra il 1596 e 1598. La trama dell’opera riprende abbondantemente quella di una novella trecentesca di ser Giovanni Fiorentino, Il Giannetto, prima novella della giornata quarta della raccolta di cinquanta detta Il Pecorone, che Shakespeare non può aver avuto modo di conoscere nella traduzione di William Painter del 1566, in quanto non conteneva la novella cui Shakespeare si stava ispirando, ma elementi della scena del processo sono presenti nel The Orator di Alexandre Sylvane, pubblicato in traduzione nel 1596. In particolare, del Giannetto vengono conservati, pressoché intatti, i personaggi corrispondenti a Bassanio, Shylock e Porzia, oltre che la vicenda della penale di una libbra di carne.
OTELLO.
Otello, all’epoca in cui è stato scritto, ha rivoltato il tradizionale simbolismo teatrale. Egli ha la pelle nera, colore che all’epoca simboleggiava satanismo e barbarie. Il soldato bianco, al contrario, veniva interpretato come simbolo di onestà. Iago fa di tutto, infatti, per convincere il resto dei personaggi di quanto sia brutale e barbaro Otello, anche con Desdemona. La verità, però, è che nella tragedia shakespeariana Otello è, seppur di pelle nera, nobile e cristiano mentre colui che ha la pelle bianca è bugiardo e manipolatore.
In Otello c’è una sfida continua tra un segno fisico (significante) e il suo significato. Un esempio è Desdemona, che dice di vedere il volto di Otello nella mente di lui, non sul suo viso reale. Anche Iago dice della sua falsità nell’amare il Moro che si tratta in realtà solo di un segno d’amore, non di amore vero. In questo dramma quella che è la relazione tra significante e significato è arbitraria: la significazione dipende da un segno che risulta completamente artefatto, ovvero un fazzoletto che viene indicato come prova di infedeltà.
L’errore di Otello, quello che porta la storia a divenire tragedia, è il non essere in grado di capire quanto arbitraria sia la relazione tra significante e significato.
La tragedia è basata, quindi, su una serie di contrapposizioni a partire da quella già citata:
- Bianco e nero: nella cultura occidentale bianco sta per bene, puro e nero sta per male, sporco. In Otello tutto questo si ribalta, viene continuamente messo in discussione. Un esempio di questo, oltre all’evidenza di Otello e Iago, è Bianca: pur avendo questo nome ella è una sgualdrina che si guadagna da vivere vendendo il suo corpo. In maniera del tutto ironica Bianca giura di non essere una prostituta appena prima che Desdemona giuri a Otello di essere sincera.
- Bene e male: Iago è visto come il male poiché è colui che, manipolando le menti dei personaggi, semina e fa fiorire il male, quello che distruggerà la vita di tutti quanti giocando con le loro emozioni.
- Paradiso e inferno: paradiso e inferno sono, rispettivamente, verità e menzogna in questo dramma.
Per quanto riguarda i personaggi di Otello, invece, possiamo individuare quelli principali e le loro caratteristiche primarie:
- Otello: il protagonista della storia è un generale dell’esercito veneziano detto il Moro per via della sua pelle nera. Il ruolo che ha se lo è guadagnato grazie al duro lavoro e ai successi ottenuti combattendo. L’uomo gode di molto rispetto come generale ma non come persona per via del colore della sua pelle e per l’essere straniero. Di carattere Otello è un uomo buono per natura che, ingenuamente, crede che anche tutti gli altri lo siano. Egli ama profondamente Desdemona, sua moglie nonostante arrivi ad ucciderla. Iago approfitta della fiducia che Otello nutre nei suoi confronti per manipolarlo portandolo a uccidere l’amata. Dopo essersi reso conto dell’errore Otello non vuole più vivere e si suicida.
- Desdemona: il suo nome significa sfortunata ed è la moglie di Otello. Fedele, dolce, saggia e appassionata, tutto l’amore che nutre per il marito la porterà alla morte nonostante ci fossero elementi utili per pensare che lui volesse ucciderla. Non capisce la ragione per cui Otello la accusi di tradimento e, fino alla fine, pensa che la sua innocenza debba necessariamente venire fuori. L’estrema fedeltà e lealtà che nutre per il marito la porteranno a morire nel loro letto dove, consapevole di essere stata appena ammazzata, si autoaccuserà della sua stessa morte pur di salvare il marito. Desdemona muore così come fa una santa: innocente, pura e, secondo molti studiosi, anche vergine.
- Iago: Iago è il cattivo, colui che insinua il male negli altri e lo fa fiorire. Egli è senza alcun dubbio il protagonista principale della tragedia, seppur intitolata a Otello. Lui è la causa di tutto ciò che accade, lui e tutto l’odio che prova nei confronti di Otello. Ciò che lo spinge ad essere così cattivo è l’invidia che lo corrode da dentro, il vedere la felicità altrui. Iago è ossessionato dalla caduta di Otello, tanto da progettarla nei minimi dettagli. La sola cosa che importa a Iago è Iago stesso, la sua faccia e la sua reputazione, il commettere male senza essere smascherato né sospettato.
- Emilia: dama di compagnia di Desdemona e moglie di Iago, viene brutalmente uccisa da quest’ultimo. Donna di buoni sentimenti e dal forte senso pratico, esprime un forte senso di giustizia e muore per questo. Pur di fare ciò che è giusto sacrifica il suo matrimonio e la sua vita accusando Iago di essere la causa della morta di una persona che non aveva fatto nulla.
- Cassio: luogotenente di Otello, la sua reputazione arriva ovunque per via dei suoi meriti in battaglia. Amico fidato di Otello, l’uomo collabora con Desdemona per evitare che Otello cada ma non riesce a fermare quella gelosia alimentata da Iago nonostante tutte le parole che spende in merito.
IL MERCANTE DI VENEZIA.
Ci sono una serie di macro tematiche che vengono affrontate dal bardo del mercante di Venezia. Le principali sono:
- Pregiudizio e intolleranza: palese è in quest’opera di Shakespeare l’antisemitismo così come è evidente il disprezzo reciproco che anima cristiani ed ebrei. Anche la società inglese all’epoca di Shakespeare era giudeofobica e a Venezia gli ebrei erano tenuti a indossare un cappello rosso così da venire identificati facilmente; erano ghettizzati in alcuni quartieri sorvegliati da guardie cristiane. Nel racconto di Shakespeare, inoltre, Shylock condanna apertamente gli atteggiamenti dei personaggi cristiani nei suoi confronti; egli viene descritto come rispettoso della giustizia e tende a suscitare simpatia e comprensione. Questo spesso è visto da chi legge Il mercante di Venezia come un invito ad essere tolleranti.
- Economia e religione: in quest’opera l’economia e il commercio sono messi spesso in contrasto con la religione e le sue tradizioni. Per Shakespeare e tutti quelli della sua epoca prestare denaro con interesse era una pratica comune: Shylock incarna questa situazione mentre Antonio, che fa la stessa cosa senza interesse, viene descritto come moralmente più valoroso. Anche questo, oltre alla differenza religiosa, alimenta l’inimicizia tra i due personaggi. Vengono contrapposti nel senso in cui Shylock sembra tenere, almeno in apparenza, più ai soldi che a qualsiasi altra cosa mentre Antonio, che rappresenta i cristiani, preferisce dimostrare amore e pietà.
- Legge e pietà: la legge è ambivalente nel mercante di Venezia. Da un lato si ha l’impressione che possa essere manipolata per scopi ingiusti, dall’altro è anche artefice di bene. Se una legge è giusta o no dipende dalle persone che devono applicarla e dalla capacità di farlo utilizzando il buon senso.