FIABE DI EROI E CAVALIERI

AUTORE:
EDITORE: CARTEDUCA
COLLANA: BAMBINI
COPERTINA: RILEGATA
N. PAGINE: 258
ETA' CONSIGLIATA: 0 - 6

CODICE LIBRO: 9788863093391

C’era una volta…” poco per dire TANTO.

Ecco qui un’incantata raccolta delle più belle storie di sempre. Scopri la magia delle fiabe e dei meravigliosi personaggi che le popolano. Sogna con loro attraverso le pagine di questo magico libro pieno di bellissime e coloratissime illustrazioni.

Ogni fiabe è magicamente diversa dall’altra. All’interno troverai: la spada nella Roccia, il gatto con gli stivali, Pollicino, i tre porcellini, il brutto anatroccolo, il topo di campagna e il tipo di città,…e tante altre.

La lettura della fiaba da parte di un genitore, di un nonno o di un adulto di riferimento significativo, specie se avviene con autentico piacere, offre al bambino dei momenti di condivisione affettiva, cioè “momenti in cui, a livello preconscio, avviene un’attribuzione di significato emotivo/cognitivo/sensoriale simile, ma non identico”. È importante capire che qui le spiegazioni non c’entrano, nessuno spiega nulla a nessuno, ma il contatto che avviene è profondo.

La condivisione affettiva fa sentire il bambino profondamente legittimato nei suoi desideri più primitivi e profondi, nelle sue paure, nelle sue fantasie. Non solo, ma implicitamente l’adulto che legge gli comunica “io sento che tu stai provando qualcosa di importante… il tuo mondo interno è importante, tu sei importante”.

“La fiaba è quel luogo dell’immaginario dove adulti e bambini si possono incontrare senza rischi di incomprensioni: ognuno ci trova quello che vuole, ognuno fa il suo percorso fantastico. Rappresenta la voce di migliaia di generazioni anche antichissime…”.  “Raccontare, leggere, interpretare una fiaba ha un valore speciale: insieme alle parole si passano emozioni, suoni e magiche atmosfere, che qualche volta, possono avere un valore che trascende dai normali livelli di coscienza” .

Il lieto fine della fiaba aiuta ad avere speranze, a pensare che ci sono modi e strategie per affrontare il cattivo, per migliorare la propria condizione, per superare gli ostacoli.

Attraverso i personaggi delle fiabe – come principi e principesse, re e regine, fate, streghe, gnomi, zucche che si trasformano in carrozze, bacchette magiche e animali che parlano – il bambino ha la possibilità di sviluppare la sua fantasia e la sua creatività e di apprendere regole sociali che farebbe altrimenti fatica a capire. La storia delle fiabe ha una sequenza precisa: un contesto relazionale, una rottura, delle avversità o disavventure e un lieto fine.

Ogni fiaba vuole sempre insegnare qualcosaLa fiaba trasmette sempre dei valori.

La lettura delle fiabe ai bambini è importante per il loro sviluppo. Perché?

– prima di tutto il racconto fatto da un adulto ad un bambino realizza una condivisione di interessi e di momenti piacevoli

– attraverso la lettura delle storie, i bambini entrano in contatto con le loro emozioni trovando soluzioni e risposte alle difficoltà che devono superare, attraverso i personaggi della storia

– attraverso le storie i bambini entrano in contatto con il bene e con il male e imparano le regole sociali

– con la lettura si favorisce lo sviluppo cognitivo del bambino

– la lettura di storie sviluppa la fantasia e la creatività

– attraverso il racconto i bambini si abituano a concentrarsi

– attraverso le storie abituiamo i bambini ad apprezzare la lettura

Vi è mai capitato che il bambino a cui stavate leggendo una fiaba vi chiedesse di rileggerla più volte? In quel momento il bambino è stato catturato da un evento della storia con la quale si identifica e nella sequenza dell’ascolto quel bambino sta imparando qualcosa: entra in contatto con le sue emozioni e acquisisce strumenti e modi per superare una difficoltà.E infatti di tutte le scene fantastiche che la fiaba propone ognuno sceglie quella che corrisponde ai suoi vissuti.

Inizia sin da subito, quale fiaba leggerai stasera ai tuoi bambini?

14,90

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Descrizione

La fiaba è una narrazione originaria della tradizione popolare, caratterizzata da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici ( fate, orchi, giganti e così via) coinvolti in storie con a volte un sottinteso intento formativo o di crescita morale.

Nonostante la tendenza generalizzata a considerare la fiaba e la favola come la stessa cosa ed i due termini sinonimi, si tratta invece di generi ben distinti: la favola è un componimento estremamente corto (della durata di poche righe) con protagonisti in genere animali dal comportamento  antropomorfizzato o esseri inanimati, la trama è condensata in avvenimenti semplici e veloci, ed infine l’intento allergico e morale è molto esplicito, a volte indicato dall’autore stesso come postilla al testo; ma ancor più importante di tutto ciò, la discriminante principale fra favola e fiaba è la presenza o meno dell’elemento fantastico e magico, caratteristica peculiare della fiaba e completamente assente nella favola, basata invece su canoni realistici.

È diffusa l’opinione per cui le fiabe siano tradizionalmente pensate per intrattenere i bambini, ma non è del tutto corretto: esse venivano narrate anche mentre si svolgevano lavori comuni, per esempio filatura, lavori fatti di gesti sapienti, ma in qualche modo automatici, che non impegnavano particolarmente la mente. Erano per lo più lavori femminili, ed è anche per questo che la maggior parte dei narratori è femminile; oltre al fatto che alle donne era attribuito il compito di cura e intrattenimento dei bambini. Le fiabe tutto sommato erano un piacevole intrattenimento per chiunque, e “davanti al fuoco” erano gradite sia agli adulti che ai bambini di entrambi i sessi.

In Europa esiste una lunga tradizione orale  legata alle fiabe, che riveste un grande interesse per la scienza etnoantropologica. Inoltre, diversi autori hanno raccolto fiabe tradizionali o creato nuove fiabe riprendendo creativamente gli stilemi delle fiabe tradizionali. Fra i trascrittori di fiabe più noti della tradizione europea si possono citare Giambattista Basile, il primo a utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare, Charles Perrault (Francia), i fratelli Grimm (Germania), e Giuseppe Pitré (Italia).

Le fiabe sono state tramandate a voce di generazione in generazione per lunghi secoli e chi narrava le fiabe spesso le modificava o mescolava gli episodi di una fiaba con quelli di un’altra, dando a volte origine ad un’altra fiaba.

Esse hanno un’origine popolare: descrivono la vita della povera gente, le sue credenze, le sue paure, il suo modo di immaginarsi i re e i potenti e venivano raccontate da contadini, pescatori, pastori e montanari attorno al focolare, nelle aie o nelle stalle; non erano considerate, come ora, solamente racconti per bambini, ma rappresentavano un divertimento anche per gli adulti ed avevano grande importanza per la vita della città.

Le fiabe raccontano alcuni aspetti del reale, con una veste di storiella puerile e con un infallibile lieto fine: il “Pollicino” abbandonato nei boschi, la “Cenerentola” segregata dalla matrigna e schiavizzata, la “Biancaneve” che scappa e si rifugia nel bosco possono essere visti come esempi della quotidianità del XIX e XX secolo.

Le fiabe aiutano il bambino a crescere perché la legittimazione, che avviene a livello preconscio e non è una spiegazione, avvia funzionamenti mentali più evoluti, la capacità di “integrazione”. In pratica, il bambino sarà in grado di provare momentaneamente rabbia verso la persona amata senza temere di perdere l’amore verso/da essa, senza sentirsi eccessivamente in colpa o senza colpevolizzare eccessivamente l’altro; oppure proverà che “la mamma può essere arrabbiata con me ora e contemporaneamente volermi bene”. Si sentirà cioè più solido e sicuro. La capacità di integrazione renderà il bambino un futuro uomo solido e vitale. Il meccanismo di scissione non sparirà nell’adulto, ma si alternerà al meccanismo di integrazione.

La fiaba tranquillizza e assicura: mette delle buone basi per un futuro adulto capace di instaurare relazioni con gli altri equilibrate, ricche e rispettose; inoltre la fiaba incanta, rapisce e diverte il bambino, perché il linguaggio evocativo e l’assenza di spiegazioni didattiche gli consentono di oscillare a suo piacere tra il pensiero “ma nella vita succede proprio così!” e il pensiero “ma no, succede solo nei paesi delle fiabe!”. Questa oscillazione gli permette di “prendere il respiro” da temi per lui importantissimi, ma difficili da gestire.