Descrizione
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde, 1886) è un racconto gotico dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson.
Robert Louis Balfour Stevenson (Edimburgo, 13 novembre 1850 – Vailima, 3 dicembre 1894) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta scozzese dell’età vittoriana, noto principalmente per i romanzi L’isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
L’autore eccelse nel racconto, sia fantastico, come quelli raccolti in The New Arabian Nights e nel seguito The Dynamiter, che nell’esotico, come pure nel racconto del brivido (alla maniera di Poe) con il suo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. in cui affrontava, in anticipo sulle teorie freudiane, il problema del subconscio e dello sdoppiamento della personalità.
È la storia di un uomo, la cui metamorfosi e il cui sdoppiamento di personalità (prima volontario, poi sempre più incontrollabile), avvenuto in seguito ad alcuni esperimenti scientifici (privi di qualsiasi utilità, come li definisce il dr. Lanyon) perpetrati sulla sua persona, sottopone il lettore al manifestarsi degli istinti, pulsioni, manie e comportamenti spregiudicati di Mister Hyde, contrapposti alla parte razionale, controllata e comunemente accettata del dottor Jekyll. Tale sdoppiamento, presente non solo nel protagonista, si rende manifesto anche negli ambienti in cui i vari personaggi si muovono: un’atmosfera e un’ambientazione gotica nella quale prevalgono il freddo, la notte, la nebbia, il vento e l’intricato labirinto delle strade londinesi (che evocano la logica del mistero, dell’irreale, dell’assurdo e dell’orrore). Conferendo, inoltre, tratti scimmieschi al protagonista, Stevenson sembra aver voluto entrare nel merito dell’ormai dilagante controversia, che aveva coinvolto sociologi, letterati ed ecclesiastici. Il romanzo è, infatti, una testimonianza sconvolgente non solo dell’impatto delle teorie darwiniane sulla moralità vittoriana, ma anche del clima di sfiducia nella scienza e nell’uomo stesso, che si venne creando in Inghilterra verso la fine del secolo, in concomitanza con una vasta crisi economica, politica e sociale. Nella scena finale del romanzo infatti sembrano riemergere appunto le angosce esistenziali dei vittoriani: il timore dell’instaurarsi di un movimento regressivo all’interno del processo evolutivo e la paura di un prepotente riemergere degli impulsi irrazionali della civiltà.