Descrizione
Frankenstein di Mary Shelley (Mary Shelley’s Frankenstein) è un romanzo con trasposizione cinematografica nel 1994 diretto da Kenneth Branagh.Nel film i due protagonisti, Victor Frankenstein e la sua creatura rianimata, sono interpretati rispettivamente da Kenneth Branagh e Robert De Niro.Il film fa parte di una serie di classici horror che furono prodotti dalla TriStar Pictures negli anni novanta, tra i quali figurano Dracula di Bram Stocker (1992), Wolf – La belva è fuori (1994) e Mary reilly (1996).
Il sottotitolo del romanzo, o il Prometeo moderno è un elemento cruciale per la comprensione del significato dell’opera. Prometeo è un personaggio della mitologia classica: egli è un Titano che restituisce agli uomini il fuoco che Zeus, per vendetta, ha sottratto loro. A causa di questa disubbidienza, Prometeo si trova a subire l’ira del padre degli dei, venendo incatenato da una rupe. Nella versione del mito raccontata da Platone, inoltre, Prometeo è anche il creatore degli uomini.È allora quest’ultima variante del mito quella accolta da Mary Shelley, che fa di Victor Frankenstein un creatore e, al contempo, un individuo che viola consapevolmente un comando divino.
Frankenstein stesso si presenta così: “Spesso mi interrogavo sull’ origine del principio vitale. Era un quesito audace, un mistero mai svelato; tuttavia quante cose saremmo sul punto di conoscere se la codardia o la disattenzione non ostacolassero le nostre indagini”.
Proprio perché il sottotitolo scelto dalla Shelley ci invita a inquadrare le parole di Victor nella prospettiva mitologica, occorre focalizzare il concetto greco di “tracotanza” (hybris), con la quale viene indicata l’azione di oltrepassare volontariamente quei limiti consentiti dalla moderazione, che per i Greci era uno dei valori fondamentali dell’etica pubblica e privata. Nella sua smodata ambizione, Victor può dunque essere accostato a Faust, lo scienziato tedesco reso celeberrimo nell’omonimo poema di Johann Wolfgang Goethe, che in cambio della conoscenza stringe un patto col diavolo, a cui promette l’anima. Un altro parallelo, sottolineato dalla stessa autrice, è quello con Satana, così come compare nel Paradise Lost (1667) del poeta inglese John Milton: l’angelo Lucifero, ribelle contro Dio, è un evidente richiamo al mostro che si è rivoltato contro il suo creatore.
Oltre al tema della hybris, il libro è attraversato dalla tematica del “doppio”, che lega tra loro i destini di Frankenstein e della sua abominevole creatura. Nell’atmosfera gotica che pervade buona parte del libro, si scontrano l’aspirazione di Victor di creare un essere perfetto e il desiderio di quest’ultimo di essere riconosciuto come un essere umano nonostante il proprio aspetto deforme e terrificante. Speculari sono le scene in cui creatore e mostro si scambiano i ruoli: nella prima Victor, terrorizzato da ciò che sta facendo, si sbarazza della donna che sta costruendo per la sua “creatura” mentre quest’ultima lo spia dalla finestra; nella seconda, il mostro uccide Elizabeth mentre il protagonista osserva impotente attraverso i vetri. Interrogandosi sui limiti dell’uomo e della scienza (in un periodo storico di grandi scoperte ed innovazioni scientifiche), Frankenstein, o il Moderno Prometeo indica anche che le ragioni del conflitto stanno nel profondo della personalità stessa.