Descrizione
Studiare geografia non è la sterile memorizzazione di nomi e numeri. Imparare i nomi dei fiumi e la loro lunghezza, le catene montuose con le più alte vette o le capitali con il numero dei loro abitanti non ci aiuta a conoscere meglio il mondo in cui viviamo.
Per conoscere un fiume bisognerebbe averne seguito il corso osservando il paesaggio che attraversa, facilmente più aspro nel tratto iniziale, la vegetazione che cresce lungo le sue sponde, a volte monotona, a volte molto varia con il cambiare delle condizioni climatiche, le città che sorgono sulle sue sponde con i loro abitanti e la loro cultura… E per questo è necessario “amare il mondo”.
Sono molte le occasioni per ampliare la nostra conoscenza del mondo, basta che ci guardiamo intorno. Magari andando in vacanza oppure sfogliare un atlante ben strutturato.
Possiamo farlo analizzandone le caratteristiche fisiche: montagna, collina, pianura o costa che si affaccia su un lago, sul mare o su un oceano; scoprire gli eventuali corsi d’acqua, l’ambiente naturale più o meno ricco di vegetazione. Poi scoprire la presenza dell’uomo con la rete di strade e il tessuto urbano. Si tratta di un paese o di una città? Come sono gli edifici? Vi è un centro storico antico che ci racconta il passato? E gli abitanti? Parlano la nostra lingua o un’altra, oppure un dialetto? Hanno abitudini differenti dalle nostre? Quali sono i piatti tipici?
Da ragazzo sognavo sugli atlanti. Vi immaginavo viaggi e avventure… Questa è forse la ragione per cui da adulto ho deciso di visitare tutti i luoghi il cui nome aveva un tempo colpito la mia immaginazione, come Samarcanda o Tumbuctou, il fortino di Alamo o il Rio delle Amazzoni, e mi mancano ancora solo Mompracem e Casablanca.
(Umberto Eco)